critiche

Lorenzo Bonini – Tsunami

“Tsunami” nuova identità pittorica
Ovvero la quarta generazione dell’Espressionismo astratto.

INTRODUZIONE.
Superata la radicalizzazione della crisi dell’individuo degli anni cinquanta e sessanta in una società ritenuta ostile e disgregante, dove la posizione sempre più isolata e critica dell’intellettuale di fronte all’antideologismo, ha contribuito a rafforzare via via un vasto consolidamento nella scelta di un ripiegamento su se stessi e sulla propria condizione esistenziale, operata dagli artisti di tutto il mondo. Le istanze estetiche affermate con la prima, seconda e terza generazione, dall’Action Painting fino alla scoperta di dirompenti forme espressive e l’affermazione di un’incondizionata libertà creativa, che spazia dalla “Pop art” Pop Art, all’Arte Povera, alla Land Arte, dalla Street Art alla Graffiti Writing. Oggi con la nuova concezione di un’ arte che s’integra tra la materia e l’attività mentale, l’eliminazione di ogni riferimento e di ogni codificazione, meta la conquista centrale del dibattito culturale del nostro tempo, che riunisca gli artisti in un linguaggio espressivo maturo di nuove inedite modalità linguistiche, con una maggiore drammaticità gestuale, il desiderio di un sempre più intenso coinvolgimento del fruitore nell’ opera, la vigorosa affermazione della propria soggettività di fronte a una negatività intensamente percepita. La diretta connessione tra arte e vita, l’idea del valore dell’esperienza nella creazione artistica rappresenta ancora
conquiste fondamentali.

QUARTA GENERAZIONE.
Questa quarta generazione dell’Espressionismo astratto è costituita da una compagine eterogenea di linguaggi espressivi che comprendono approcci variegati intorno alla forma e ai materiali e che appaiono riconducibili alla ricerca sul segno, sul gesto e sul colore, creando una loro variante dell’Espressionismo astratto, ponendo l’accento sulla capacità del colore di comunicare i moti dell’animo, su un vorticante e acceso cromatismo, spesso enucleato intorno a macchie e a forme quasi biomorfiche, che si intersecano e si susseguono sulla tela, alludendo al primo Pollock, al lirismo di Sam Francis ma anche alle suggestioni di Baziotes.
Gianmaria Bonà conosce alla perfezione l’opera di questi grandi maestri dell’informale statunitense, ed è da lì che la sua ricerca parte e si evolve negli anni, come si può ammirare nelle sue ultime opere in mostra,
dal titolo espressivo e rappresentativo: Tsunami; da intendersi come cataclisma pittorico, evento perturbatore dell’arte; che come lo tsunami si abbatte e sfascia la centrala atomica di Fukushima Dai-ichi. Venerdì 11 marzo 2011 nella zona nord-orientale dell’isola di Honshu in Giappone, una violenta scossa mai registrata nello stato nipponico in epoca moderna, di grado nove della Scala Richter, provoca un enorme tsunami che si abbatte violentemente sulle coste giapponesi, appena poche decine di minuti dopo con onde alte fino a 10 metri.

STUDIO E OSSERVAZIONE DELL’EVENTO CATASTROFICO.
Questo tsunami è come un tumulto rivoluzionario, una guerra dichiarata dalla natura contro l’imbecillità umana, una mescolanza di avvenimenti soprannaturali si fondano e affondano case e cose nell’acqua di
mare e di fiume, dolce e salata, di terra e mare, di spiagge e prati, di campi ed orti, di autostrade e ferrovie, di alta velocità e inerzia, di campagne e colline, di pianure e montagne, di incendi e smottamenti, di voli pindarici e cadute, di collasso dell’antenna e non ripresa, diritta e pendente, di potere di non potere, del voler fare e non fare, fuggire e restare, aiutare e ostacolare, adoperarsi e oziare, di luce e ombre, di sole e notte senza la sera, di nuvole cupe e di cielo sereno, di colonne di fumo e di nebbia, di Nucleare e No! Di Tokyo Disneyland e Tokyo DisneySea, di parchi aperti o parchi non più parchi, di Akihito e Michiko, Nihonkoku e Nippon-koku, di Japan e Giappone, di Sukagawa e Fukushima, di pianto e allegria, di strazi e supplizi, lagne e lamenti, lacrime e vagiti, di fusione del Nucleo, di barre al plutonio e barre di celle di sicurezza, di speranza e delusione, di prigione naturale e prigione progettata, di partecipazione e mancanza, di liquefazione e mescolanze, misture e cocktail, di inquinamento delle falde della psicoanalisi, di scelte senza sentenze, di conti senza l’oste, l’oriente levante e scalante ora calante…

DISCERNIMENTO E PARALLELISMI.
Sensibilità, percezione visiva, vedere oltre il visibile, queste sono e restano le qualità di Gianmaria Bonà, il cercare di descrivere attraverso l’uso di combinazioni cromatiche opere che dessero una visione artistica d’insieme dal di dentro nelle parti più profonde e intime, fondenti attraverso mescolanze naturali o accidentali. Una tragedia che diventa ancora una volta fonte ispirata negli esseri sensibili e creativi, dipinti dai titoli altamente significativi come: Scioglimento, Liquefazione 1, Aggregazione, Liquefazione 2, Alba, Magma, Cippo, Sotto il filo dell’acqua, Nucleofusione, Sbandamento, Pioggia acida, Scolature oltremare, La sulla terra, Al disopra della terra, Fusione 5, Sopra la terra, Bivio della vita, Nuovo crepuscolo, La nuova Terra, Alba japponese, Master Plan, Danza japponese, Ribaltamento territoriale, Vespro, Baia, Trasparenze marine, Vista dal mare, Confine fra cielo e terra, Litorale, Amalgama, Città, Isola – Cielo – Mare, Est, Mescolanza, Luce del tramonto, Liquefazione 3. Dipinti che raccontano l’evolversi di un accaduto, raccolto dall’artista come esempio in maniera casuale diventa la dimostrazione e la misura della vastità dell’arte. Una scelta difficile, un tema crudo, ma a mio avviso efficace per l’artista ma sopratutto per il fruitore. Solo in questo modo era possibile richiamare l’attenzione e raccontare il progredire e il mutare della sua ricerca artistica e di come sappia anticipare e adeguarsi ai tempi. La produzione di questi anni è caratterizzata da colori vibranti, da organizzazioni dense e colorate che rimandano alla pittura di Tobey, anche se resta invariata la sua predilezione per spazi più luminosi e atmosferici, in cui sono preferiti il bianco, il giallo, il carminio e il grigio chiaro. Il suo viaggio dentro lo Tsunami giapponese segna un momento fondamentale per lo sviluppo del suo linguaggio espressivo e gli permette di rendere più efficace intenso il suo astrattismo.

INDAGINE APPROFONDIMENTO DEI DIPINTI.
Le forme fluttuanti e vibranti ottenute vivono nello spazio del dipinto quali trascrizioni di momenti ed emozioni di campiture cromatiche che alludono alla profondità di una dimensione interiore lirica e soggettiva. L’abilità di Gianmaria Bonà è ricreare effetti atmosferici, con quella sensazione di profondità generata da forme impalpabili e delicate, che fluttuano dissolvendosi e combinandosi sulla superficie del dipinto, lungi dal voler rappresentare delle forme naturali, opera un processo di astrazione analogica andando oltre la raffigurazione oggettiva. In esse interpreta le sensazioni provate di fronte allo scenario naturale della grandezza sconfinata dell’identità pittorica quale esperienza intima. Le sue opere attingono a una dimensione trascendente, spirituale, quasi volesse raffigurare una dimensione di temporalità sospesa e dilatata, l’essenza stessa della meditazione di fronte alla natura del conoscitivo, dove ogni forma assume una valenza psicologica e simbolica, lirica ed espressiva: evocazione e recupero di una dimensione soggettiva e interiore, di un senso dello spazio astratto e remoto, piuttosto che trasposizione pittorica di un’ esperienza visiva, che produce un effetto percettivo fluido e vibrante, Bonà ha voluto annullare ogni referente esterno per realizzare una composizione che elimini ogni residuo figurativo ed esprima un significato più universale, autonomo, virtualmente astratto.

CONSIDERAZIONE.
L’importanza e l’interesse di un avvenimento o evento dipendono soprattutto dalla capacità di riuscire a captare e restituire con la massima precisione gli infiniti legami, visibili e invisibili, che spingono gli esseri umani di tutti tempi a confrontarsi, combattersi, cercarsi, odiarsi, amarsi, attraverso la scienza della natura che non è che la scienza dei rapporti. Tutti i progressi del nostro spirito consistono nello scoprire i rapporti.
L’immaginazione è la più feconda e meravigliosa ritrovatrice dei rapporti e delle armonie più nascoste, è manifesto che chi ignora una parte, o una faccia della natura o un evento legato con qualsiasi cosa che possa formare un soggetto di ragionamento o di pensiero, ignora un’infinità di rapporti, e quindi non può che non ragionare male, vedere il falso, non guardare le cose le più importanti, le più necessarie e anche le più evidenti.

CRONACA DI UNA NUOVA IDENTITÀ.
Venerdì 11 marzo 2011 la scossa che provocherà lo Tsunami viene registrata da sismografi alle 14.45, ora locale, ad una profondità di 24,4 km con epicentro a poco più di 100 km a largo di Sendai. Nei primi momenti dopo il sisma si sono sviluppati incendi e smottamenti. Una colonna di fumo si è innalzata dalla zona del porto di Tokyo, con danni registrati anche a Tokyo Disneyland. Per la prima volta dall’apertura il Tokyo Disneyland e il Tokyo DisneySea hanno annunciato la chiusura dei parchi dal 12 al 22 marzo per controlli agli edifici, alle attrazioni e al suolo, che nel parcheggio e in alcuni punti dei parchi, è andato soggetto al processo di liquefazione. L’antenna in cima alla Tokyo Tower ha subito un collasso strutturale risultando, sin dalle prime ore, vistosamente pendente. Una diga nella prefettura di Fukushima è crollata. L’acqua che ne è fuoriuscita ha spazzato via circa 1.800 edifici cancellando la città di Sukagawa. La rete ferroviaria giapponese Shinkansen ha bloccato tutti i treni ad alta velocità, mentre altri servizi ferroviari in varie parti del paese sono stati sospesi. Il 12 marzo la rete dei trasporti dell’area metropolitana di Tokyo, la rete ferroviaria Shinkansen sul tratto Tokaido e i servizi autobus hanno incominciato a riprendere normalità. A Sendai lo tsunami ha allagato l’aeroporto. Negli aeroporti di Tokyo Haneda e Narita il traffico è stato subito sospeso per una verifica precauzionale delle piste ed è ripreso il giorno successivo al sisma. Nella città di Ichihara, nella prefettura di Chiba, una raffineria della Cosmo Oil Company è esplosa, generando un vasto incendio. Un cargo della società italiana Romeo Group è stato completamente distrutto a Ishinomaki, un secondo cargo è stato scaraventato sulla terraferma con l’intero equipaggio a bordo sano e salvo. La fornitura d’acqua si è interrotta in almeno 1,4 milioni di case e circa 3 milioni di persone sarebbero rimaste senza elettricità. A ciò si è aggiunta la penuria di beni di prima necessità come cibo, acqua e carburante a Sendai.

11 settembre 2011

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